Paolo Campagnolo
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"AQUAE - VISIBILIA ET INVISIBILIA"
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San Casciano dei Bagni (Siena) e dintorni

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​8 dicembre 2023 – 31 luglio 2024

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“Antropocentrismo gestuale nell’opera di Paolo Campagnolo”
Testo di Sveva Manfredi Zavaglia - curatrice
 
 
C’è un nuovo racconto pieno di luce e memoria nell’ultima serie delle opere di Paolo Campagnolo che rappresentano arazzi astratti o di miti con tracce di figurativo creati su tele con fondo blu, foglie d’argento o d’oro. Trame di luce con tracce di figure, un tuffo per ricordare con leggerezza ed eleganza quei tempi passati, pieni di prosperità, felicità e tranquillità. Un ritorno al passato con immagini, per un futuro migliore pieno di speranze. 

La nuova strada e la novità di Paolo Campagnolo: sta nell’ideologia artistica e nell’anticipazione che prende atto dell’antropocentrismo gestuale dell’opera e si situa in un orizzonte in cui le certezze vengono erose e sconvolte per poi essere pian piano ricomposte creando splendidi Arazzi di varie dimensioni, dai grandi di oltre il metro ai più piccolini di dieci centrimetri, è tutto studiato nei minimi dettagli con eleganza. La forma dei piccoli ritagli di tela e l’effettuo continuo della composizione è naturale, come dei piccoli fossili archeologici in una dimensione lirica, si muovono e non, in sequenza, privilegiando lo spirito concettuale articolato e minimalista dell’operazione pittorica. 
Questa luce è la nuova energia che ci permette di vedere oltre l’immaginario. L’attualizzazione dell’artista sta nel ricostruire accuratamente quell’attenzione che appare all’osservatore attraverso suggestioni spaziali quali raggi luminosi e vibrazioni dei pigmenti, che compongono l’opera, tracce cromatiche, indeterminate e non, create da agenti corrosivi come lampi di coscienza liquidi.

Il mondo di Paolo Campagnolo racconta prima delle sue opere scomposte, che conosce, apprezza e in seguito ricompone attentamente. Rappresentano l’essere umano nella sua vita, con piccoli pezzi di tela ritagliati e riutilizzati come per ricucire l’anima della tela stessa e per completarla. La tela a sua volta si riempie di nuovo ma con tracce di luce, create dal colore in modo gestuale per contenere il tempo.
La storia è un’entità composta da strati che contengono tutte le tracce della memoria collettiva e dell’esperienza vissuta. Ciò si esprime concettualmente e fisicamente nel suo lavoro, attraverso la natura ripetitiva del suo processo tecnico, guidato dal ritmo e dall’istinto.
La sua ricerca viene su ispirazione dell’Expanded Painting, è il risultato di un intenso lavoro e un’evoluzione naturale in direzione dell’essenziale. Come nell’arte giapponese dove tutto è ricerca di quella leggerezza, tra i piccoli ritagli di tela. Possiamo leggere la sua ipotesi pittorica che inizia dal figurativo per approdare fino all’astratto per raggiungere oltre la quinta dimensione, nel silenzio in dialogo con la natura e la sola luce colorata. L’opera è una ricerca continua del principio unitario di base universale del “pensare pittura”. 

Lo spazio dell’opera stessa diventa tridimensionale e caratterizzato dal punto di vista prescelto dall’osservatore come prima descritto. Ugualmente diventano tridimensionali i colori che in esso appaiono. Tutto diventa unico nella concretezza nell’esistenza. L’immagine di spazio che percepiamo agli occhi si identifica con l’immagine spazio della nostra mente. Le opere di Paolo Campagnolo infatti portano alla riflessione intellettuale sul dato percepito, prima del vedere mentale: come luoghi di viaggi, sensazioni, idee; e poi con gli occhi - come raccontava Argan - nella creazione della pura forma dell’opera. 

La gestualità prende atto del destino creando opere piene di energia, seguendo un immaginario redatto dal sentimento dell’attimo, con una coloritura tutta nuova e diversa. Il colore è ripetuto, ma mai con sequenze uguali: si passa dall’oro, all’argento fino ai colori tenui, per dar forme legate più alla spiritualità dell’artista stesso. Le opere in mostra giocano su vari livelli di lettura, fuori dal tempo e dallo spazio: abbiamo quelle che lo spettatore può ammirare da una certa distanza che permettono di cogliere l’effetto ritmico musicale della cromaticità, della luce, come del segno complessivo; e quelle da ammirare a distanza ravvicinate che consentono una fruizione più intima, con visioni singole come microframmenti di racconti. Così che lo spettatore ogni volta può incontrare un luogo diverso e una lettura intima personale. Tutti gli elementi nel loro insieme della mostra formano una articolata opera unitaria, come un racconto di un viaggio.
Tutto il lavoro ha sempre un occhio rivolto alla scienza, all’evoluzione, come alla natura introspettiva dell’artista è un moto continuo di trasformazione della realtà estrema. Un’organizzazione spaziale, geometrica, matematica, scientifica che arriva alla purezza nitida della materia pittorica. L’artista esprime la dimensione concettuale della sua pittura.

Con questi aspetti, affioramenti pittorici, residui e materia e queste sonorità da parte di Campagnolo, che spesso lavora tono su tono, insegue le tante sfumature e gradazioni possibili in modo naturale, ci ritroviamo significati e tensioni mistiche come impronte e frammenti dell’anima che alludono ad un ricordo, un passaggio di esistenza in presenza assenza, tra il visibile e l’invisibile. Nel suo racconto, ci crea uno spazio immaginario in piena libertà e ci lascia riflettere sull’interpretazione oltre l’opera stessa.

Il vernissage presso Fonteverde Lifestyle & Thermal Retreat a San Casciano
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                                                                                                                           Foto: Gabriele Forti        


Gestural anthropocentrism in the work of Paolo Campagnolo
Text by Sveva Manfredi Zavaglia - Curator
 
There is a new narrative full of light and memory in Paolo Campagnolo's latest series of works, which are abstract compositions or myths layered with traces of the figurative, created on canvases with a blue background, silver or gold leaf. Diffusive light with traces of figures, an immersive prompt to recall, with lightness and elegance of bygone eras, full of prosperity, happiness and tranquillity. A return to the past with images, for a better future vision, full of hope.
 
Paolo Campagnolo's new direction lies in the artistic ideology that observes gestural anthropocentrism, situating itself in a horizon in which certainties are eroded and disrupted only to be slowly recomposed. This takes the form of splendid material compositions of various sizes, from large ones of over a metre to the tiniest ones of ten centimetres, everything is elegantly studied down to the smallest detail.
The shape of the small, repeated strips of canvas and the continuous effect of the compositions is aligned with the natural and elemental world, like small archaeological fossils in a lyrical dimension, moving and not, in sequence,
favouring the conceptual spirit of the pictorial operation.
 
The artist’s ‘new’ light is an energy that allows us to see beyond the imaginary. His actualisation lies in carefully reconstructing that attention that appears to the observant eye through spatial suggestions such as rays of light and vibrations of the pigments that make up the work, chromatic traces, indeterminate and otherwise, created by corrosive agents like liquid flashes of consciousness.
 
Paolo Campagnolo's practice first concerns his decomposed works, which he knows, appreciates and then carefully recomposes. They represent the human being in his life, with small pieces of canvas cut out and reused, as if to sew up the soul of the canvas itself and to complete it. The canvas, in turn, brims with traces of light, created by the use of gestural colour. History is an entity composed of layers that contain all the traces of collective memory and lived experience. This is expressed conceptually and physically in his work, through the repetitive nature of the technical process, guided by rhythm and instinct.
 
The artist’s research is inspired by Expanded Painting, the result of intense work and a natural evolution in the direction of the essential. As in Japanese art where everything is a search for that lightness among the small scraps of canvas, we can read his pictorial hypothesis that starts from the figurative and goes as far as the abstract. It reaches beyond the fifth dimension, in silence in dialogue with nature and coloured light alone. The work is an ongoing search for the universal basic unitary principle of 'thinking painting'.
 The space of the work itself becomes three-dimensional, characterised by the viewer's chosen perspective as described above.
Likewise, the colours that appear in it become three-dimensional. Everything becomes unique in the concreteness of existence.
The image of space that we perceive is identified with the image of space in our minds. Paolo Campagnolo's works, in fact, lead to intellectual reflection on the perceived stimuli, before mental seeing: as places of journeys, sensations, ideas; and then perception with the eyes. As Argan said- in the creation of the pure form of the work.
 
Gesturality takes note of destiny, creating works full of energy that capture and colour the feeling of the moment. The colour is repeated, but never in the same sequences: it goes from gold to silver to muted colours, expressing shapes that are more reflective of the spirituality of the artist himself. The works on show play on various levels of reading, outside time and space. There are some that the viewer can admire from a certain distance that allow him to grasp the musical rhythmic effect of the chromaticity, of the light, as well as of the overall sign. Others are admired at a closer distance allowing for a more intimate realisation with individual visions like micro-fragments of stories. Each time, the viewer can encounter a different place and a personal intimate reading. All the elements as a whole of the exhibition form an articulate and cohesive work, like a tale of a journey.
 
The work always has an eye on science and evolution, and the introspective nature of the artist is a continuous motion of transformation of extreme reality. A spatial, geometric, mathematical, scientific organisation that arrives at the clear purity of pictorial matter. The artist expresses the conceptual dimension of his painting. With these aspects, pictorial outcrops, matter and material, Campagnolo, who often works tone on tone, chases the many possible nuances and gradations in a natural way.
The viewer discovers mystical meanings and tensions like imprints and fragments of the soul that allude to a memory, a passage of existence in presence absence, between the visible and the invisible. In his narrative, he creates an imaginary space in complete freedom and leaves us to ponder interpretation beyond the work itself.

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Foto: Gabriele Forti


Questo progetto d’arte diffusa intende creare un viaggio esplorativo nella storia del territorio di San Casciano,​ al confine tra Valdichiana - candidata a Capitale Italiana della Cultura 2026 - e Val D’Orcia in dialogo.

​Un racconto attraverso la sua comunità in un percorso tra i piccoli borghi le loro acque con le opere di Paolo Campagnolo reimpaginando antiche tecniche artistiche attraverso nuove prospettive e semantiche innovative, tra luce e riflessi.

Le opere in mostra si troveranno in un percorso dettagliato e descrittivo: 
a San Casciano nelle sale del Comune, ​presso il resort di Fonteverde e nel Ristorante Bar Daniela; presso il Borgo La Novella; a Celle presso Il Poggio e l'agenzia “Chi cerca trova”; nel Ristorante Castello di Fighine Heins Beck Seasons; nel Poder Nuovo di Giovanni Bulgari a Palazzone e nel Ristorante la Parolina a Trevinano.

Il titolo scelto: Aquae - parola latina per "acque”- è simbolo fondamentale per la sopravvivenza e svolge un ruolo cruciale in molti aspetti della vita quotidiana, infatti è dedicato alla città di San Casciano dei Bagni e le sue meravigliose ricche acque termali e dintorni. Gli arazzi di Paolo Campagnolo, site specific, accompagnano il visitatore in questo viaggio ritrovando quel dualismo tra cielo e terra in una vera e propria esperienza.



​This art project intends to create an exploratory and immersive journey through San Casciano dei Bagni and surrounding destinations
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​A narrative expressed through the works of Paolo Campagnolo, where the town of San Casciano stands, among the valleys, the countryside and the presence of humanity, up to the extremes of the landscape.
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It is an art project that significantly enriches the exhibition sites:
 
in San Casciano at the City Hall, the Fonteverde Thermal Retreat, the Ristorante Bar Daniela; at Borgo La Novella; in Celle at Il Poggio e “Chi cerca trova”; at Ristorante Castello di Fighine Heins Beck Seasons; in Palazzone at Poder Nuovo di Giovanni Bulgari and in Trevinano at Ristorante la Parolina.

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The title chosen: Aquae - the Latin word for 'waters' or 'water' - references the essential transparent and colourless liquid that gives us life from birth. The 'Aquae' project is dedicated to the town of San Casciano Dei Bagni and its wonderful rich thermal waters and surroundings. The site-specific works by the artist Paolo Campagnolo recall the duality between heaven and earth via their very composition.

Where to find the artist's works
San Casciano dei Bagni e dintorni

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© 2023 - PAOLO CAMPAGNOLO  
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